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| De Laszlo | 
L’aria raggela, come nella stanza
d'un moribondo, alle cui porte chiuse,
tacita e ritta, già la Morte origlia. 
Sovra gli umidi tetti, un balenìo 
scialbo s’adagia: quasi di candele 
ripalpitanti in guizzi d'agonia. 
Rantola l'acqua via per le grondaje; 
passa in rassegna uno sfilar di morte 
aride foglie, esaustamente, il vento. 
Come stormi di rondini spaurite, 
trepide nubi van pe'l cielo grigio. 

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