Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 23 giugno 2014

ELSA WERTMAN di Edgar Lee Masters

Kenne Gregoire
Ero una campagnola tedesca
dagli occhi azzurri, rosea, robusta e felice.
E il primo posto dove lavorai fu da Thomas Greene.
Un giorno d'estate che lei era fuori,
Thomas s'infilò in cucina e mi prese
stretto tra le braccia e mi baciò sulla gola,
distogliendo io la faccia. Nessuno di noi due
ebbe l'aria di accorgersi di quello che avvenne.
E io piangevo per il mio avvenire,
e piansi quando il mio segreto si vide.
Un giorno lei mi disse che aveva capito,
e non avrebbe fatto chiasso
e, poichè era senza figli, adotterebbe il mio.
(Thomas le aveva dato una cascina perchè se ne stesse tranquilla).
Così lei si nascose in casa e mandò in giro voci
come se ciò che accadeva accadesse a lei.
E tutto andò bene, e il bimbo nacque. Furono così gentili con me!
Più tardi sposai Gus Wertman, e passarono gli anni.
Ma - alle adunanze politiche quando il pubblico credeva che io 
piangessi
all'eloquenza di Hamilton Greene -
non era questo.
No! Avrei voluto gridare:
"Quello è mio figlio! mio figlio!"
***
I WAS a peasant girl from Germany,
Blue-eyed, rosy, happy and strong.
And the first place I worked was at Thomas Greene’s.
On a summer’s day when she was away
He stole into the kitchen and took me 5
Right in his arms and kissed me on my throat,
I turning my head. Then neither of us
Seemed to know what happened.
And I cried for what would become of me.
And cried and cried as my secret began to show. 10
One day Mrs. Greene said she understood,
And would make no trouble for me,
And, being childless, would adopt it.
(He had given her a farm to be still.)
So she hid in the house and sent out rumors, 15
As if it were going to happen to her.
And all went well and the child was born—They were so kind to me.
Later I married Gus Wertman, and years passed.
But—at political rallies when sitters-by thought I was crying
At the eloquence of Hamilton Greene— 20
That was not it.
No! I wanted to say:
That’s my son! That’s my son! 
***
ANTOLOGIA DI SPOON RIVER  

4 commenti:

Juliet ha detto...

Selvaggia la stretta nel quadro, tenera la madre che non potè esserlo del figlio,
Ben ritornata francesca, felice che tu sia di nuovo qui :)

Rose ha detto...

Vicenda personale molto realistica. ricorda per certi aspetti la storia di philomena Lee.

Come hai fatto, Francesca, a trovare Elsa e Thomas abbracciati? 0_0

Buona giornata di martedì!

Francesca Vicedomini ha detto...

Gracias...le cucine sono posti temibili..chiedi al postino che suonava due volte....

Rose ha detto...

Ah ah! Va be' temibili, ma forse non così tanto! ;)

Bentrovata, Ms Juliet.

Un saluto e la settimana va: buon mercole.