Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 2 giugno 2014

Nel mese di giugno di Mario Luzi

Louis Ritman
Nel mese di giugno
la città quando sospesa
e alta sopra il nostro sperdimento
si desta alla frecciata delle luci

all'ora incerta tra vigilia e sonno
che il corpo inciampa nel suo peso
ma si rialza sulla sua fatica

nella pausa del tempo tra la rondine e l'assiolo
tra la vita e la sua sopravvivenza,

Tu che spezzi la servitù e l'orgoglio
- dicono - della sofferenza, vieni
se già non sei dovunque
in veste di randagio,

d'infermo, di bambino tribolato.
Segui il timido, accosta il solitario,
ripeti: la virtù quando non giunge
fino all'amore è cosa vana.

È quell'ora della metà dell'anno
che il senza tetto strascica i suoi cenci
sull'erba pesticciata, cerca asilo,
la lucciola lampeggia, il cane abbaia.

5 commenti:

Juliet ha detto...

Un tantino ermetico in alcune belle espressioni, il nostro luzi, e l'assiolo, anche senza la u, è spietatamente pascoliano .. :)

Delicatissimo il quadro, un saluto chiare fresche e dolci Donne

Rose ha detto...

Questo senza tetto conclude la poesia in modo inaspettato.


E sì, buon riciccio.

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie donne graziose..fresche e chiare, Juliet ci fa sentire tremendamente bene...vero Rose?

Rose ha detto...

In effetti è un omaggio lusinghiero! Grazie, gentile Juliet! :)

Rose ha detto...

In effetti è un omaggio lusinghiero!
Grazie, gentile Juliet!
:)