Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 12 ottobre 2015

Senza colpi di scena di Eugenio Montale

On the seashore - George Elgar Hicks
Le stagioni
sono quasi scomparse.
Era tutto un inganno degli Spiriti
dell’Etere.

Non si può essere vivi
a momenti, a sussulti, a scappa e fuggi
lunghi o brevi.

O si è vivi o si è morti, l’altalena
non poteva durare oltre l’eterna
fugacissima età della puerizia.

Ora comincia il ciclo della stagnazione.
Le stagioni si sono accomiatate
senza salamelecchi o cerimonie, stanche
dei loro turni. Non saremo più
tristi o felici, uccelli d’alba o notturni.
Non sapremo nemmeno
che sia sapere e non sapere, vivere
o quasi o nulla affatto. È presto detto,
il resto lo vedremo a cosa fatte.
***
 Diario del ’72
*
Eugenio Montale nacque il 12 ottobre 1896

2 commenti:

Juliet ha detto...

Questo potrebbe essere lo scenario successivo alla poesia dantesca, il signorino perde le due scarpe che indossava con un solo piedino, e compiange il suo triste destino.
Scherzi a parte sono versi di una malinconia non banale, ma come è desolato quel colore del mare..

Rose ha detto...

Ah ah! :D Una specie di legge del contrappasso per lui, il Dante, che non faticava molto a scaraventare i nemici giù nel profondo inferno!

Però Eugenio e la ragazza in riva al mare hanno un'altra indole, è vero. Si accorgono forse che con l'età varia la percezione delle stagioni, e che si attenuano i loro contrasti fino a confluire in un'unico flusso piuttosto monotono, che apre grandi spazi alla malinconia.

Alle ragazze del blog auguro un mare blu.