Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 11 maggio 2008

Vergine Madre, figlia del tuo figlio di Dante Alighieri

Raffaello Sanzio*Madonna della Seggiola
Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'eterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobili tasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra mortali,
se' di speranza fontana vivace.
Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuoi grazia e a te non ricorre
sua distanza vuol volar sanz'ali.
(Festa della mamma 2008)

2 commenti:

Aniello Calabrese ha detto...

L'invocazione più bella della storia della letteratura, piena di ossimori sensatissimi e di armoniose simmetrie! Dante è il mio preferito, il Poeta dei poeti, colui che "sovra li altri com'aquila vola". Mai nessuno è riuscito a parlare dell'uomo con la sua stessa onestà e bellezza!

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie Aniello, un pò in ritardo, scusa.