Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 18 maggio 2009

Forse il cuore di Salvatore Quasimodo

Madame Zanetos/De Lempicka Sprofonderà l'odore acre dei tigli
nella notte di pioggia. Sarà vano
il tempo della gioia, la sua furia,
quel suo morso di fulmine che schianta.
Rimane appena aperta l'indolenza,
il ricordo d'un gesto, d'una sillaba,
ma come d'un volo lento d'uccelli
fra vapori di nebbia. E ancora attendi,
non so che cosa, mia sperduta; forse
un'ora che decida, che richiami
il principio o la fine: uguale sorte,
ormai. Qui nero il fumo degli incendi
secca ancora la gola. Se lo puoi,
dimentica quel sapore di zolfo,
e la paura. Le parole ci stancano,
risalgono da un'acqua lapidata;
forse il cuore ci resta, forse il cuore...

2 commenti:

Emma ha detto...

Grazie mille per il tuo blog, mi ha aiutato moltissimo a trovare poesie, anche poco famose, per sostenere il mio esame di letteratura italiana all'università, grazie davvero

Francesca Vicedomini ha detto...

Ma davvero!!! Meraviglioso un così piccolo blog, grazie a te Emma, mi hai fatto felice!