Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 10 ottobre 2009

Paride e Fillide di Marziale


Lawrence Alma Tadema/Paula e Saint JeromeL'epitaffio per Paride
Chiunque tu sia, o viandante
che t'incammini per la via Flaminia,
fèrmati un solo istante
davanti a questo illustre marmo.
Le delizie di Roma e le facezie
del Nilo,
l'arte e la grazia impersonate,
la gaiezza e i piaceri,
l'ornamento e il dolore
del teatro romano,
le Grazie e gli Amorini
sono in questa tomba
con Paride sepolti.

L'avidità di Fillide

Non v'è un'ora in cui, Fillide, da me,
così pazzo d'amore come sono,
non arraffi qualcosa con furbizia.
Ora la tua ancella menzognera
piange per aver dimenticato
uno specchietto e non ricorda dove,
o per l'anello dal dito scivolato
o per un perduto tuo orecchino.
Ora un furto di abiti di seta
è per te un motivo di guadagno;
ora mi vien mostrata vuota e secca
un'ampolla del profumiere Cosmo;
ora è richiesta un'anfora
di vecchio e scuro vino di Falerno
perché una vecchia maga ciarlatana
storni da te l'effetto dei tuoi sogni;
ora un'enorme spigola mi chiedi
od una bella triglia di due libbre
perché una ricca amica
da sé si è invitata a casa tua.
Abbi un po' di pudore e di rispetto
per quel che è giusto e per la verità:
io, Fillide, nulla ti rifiuto,
tu, a tua volta, non rifiutarmi nulla.

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