Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 28 ottobre 2013

Saluto di Alessandro Parronchi

Henri De Toulouse Lautrec*Helène Vary*1889
E tu ti leverai libera un giorno
su queste strade e cercherai nel rosa
d’altre sere venienti una fanciulla
che ti somigli e replichi il tuo viso
nell’aria, le tue palpebre nel sole.
Mi sarà dato risentire i gridi
dell’antica città dove la chioma
si sparpaglia e sui labbri d’autunnale
vento percossi palpitar la voce
per te ancora di lacrime amorose.

Così al mondo passar senza parole
non potrai: per le foci delle stelle
questa notte risale e ogni altro lume
berrà. Presto con te saranno sole
l’ombre intente ai giardini, io senza vita

tornerò qui d’intorno ad alitare
dolce forse così come la neve
cade ai freddi cortili, ai davanzali
delle case ove inquiete ombre s’avverano.

3 commenti:

Rose ha detto...

Lui diventa un fantasma? 0_0

Buonanotte e buon marte! Ah... Sembra che tu abbia ragione sul fatto che salveranno il ceffo: stasera Casini con la Gruber faceva certe arrampicate sugli specchi sul voto segreto, la retroattività della legge Severino e la prossima interdizione del ceffo stesso: non era per questo che si è staccato da Monti?

Francesca Vicedomini ha detto...

ma dici che il quattro dodici è riconoscibile??
Grazie di avermi resa dotta, ora ti voglio ancora più bene (ce ne fosse stato bisogno...)

Rose ha detto...

Boh, forse no... fa' tu! XD Non sono esperta di criptazione! ;) e grazie dell'affetto, sempre e comunque ricambiato! Un abbraccio grande.