Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 26 settembre 2014

Giorno d'autunno di Rainer Maria Rilke

Otto Modersohn*Autumn Morning
Signore: è tempo. Grande era l'arsura.
Deponi l'ombra sulle meridiane,
libera il vento sopra la pianura.

Fa' che sia colmo ancora il frutto estremo;
concedi ancora un giorno di tepore,
che il frutto giunga a maturare, e spremi
nel grave vino l'ultimo sapore.

Chi non ha casa adesso, non l'avrà.
Chi è solo a lungo solo dovrà stare,
leggere nelle veglie, e lunghi fogli
scrivere, e incerto sulle vie tornare
dove nell'aria fluttuano le foglie.
***
Herbsttag
Herr: es ist Zeit. Der Sommer war sehr groß.
Leg deinen Schatten auf die Sonnenuhren,
und auf den Fluren lass die Winde los.

Befiel den letzten Früchten voll zu sein;
gib ihnen noch zwei südlichere Tage,
dränge sie zur Vollendung hin und jage
die letzte Süße in den schweren Wein.

Wer jetzt kein Haus hat, baut sich keines mehr.
Wer jetzt allein ist, wird es lange bleiben,
wird wachen, lesen, lange Briefe schreiben
und wird in den Alleen hin und her
unruhig wandern, wenn die Blätter treiben.

4 commenti:

Rose ha detto...

Commovente e semplicemente vera.

Il dipinto mi ha ricordato certe roste... ;)

Un bacione vigiliare. Buon sabato.

Nidia ha detto...

Bellissimi versi che si mescolano perfettamente ai primi segnali dell'autunno. Come sempre cogli il momento.

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie...roste eh???

Juliet ha detto...

Nel fiume il cielo si fa via via più profondo.
Buona serata ottobrale