Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 21 settembre 2012

Theodore il poeta di Edgar Lee Masters

Jamie Wyeth
Da ragazzo, Theodore, sedevi per lunghe ore
sulle rive del torbido Spoon
con gli occhi profondi fissi sulla tana del gambero,
aspettando che apparisse spingendo la testa,
prima le antenne ondeggianti, come fili di fieno,
e poi il corpo, colorato come steatite,
gemmato con occhi di giada.
E ti domandavi, come rapito,
che cosa sapeva, che cosa desiderava, e perché mai vivesse.
Ma più tardi guardasti uomini e donne
nascosti nelle tane del fato fra grandi città,
osservando le loro anime uscire,
in modo da poter vedere
come vivevano, e per che cosa,
e perché strisciassero così in faccende
sulla distesa di sabbia dove l’acqua vien meno
quando l’estate declina.
************************
As a boy, Theodore, you sat for long hours
On the shore of the turbid Spoon
With deep-set eye staring at the door of the crawfish’s burrow,
Waiting for him to appear, pushing ahead,
First his waving antennæ, like straws of hay,
And soon his body, colored like soap-stone,
Gemmed with eyes of jet.
And you wondered in a trance of thought
What he knew, what he desired, and why he lived at all.
But later your vision watched for men and women
Hiding in burrows of fate amid great cities,
Looking for the souls of them to come out,
So that you could see
How they lived, and for what,
And why they kept crawling so busily
Along the sandy way where water fails
As the summer wanes.

Nessun commento: