Pal Szinyei Merse*Moglie*1880 |
a le cui ombre chete stetti in pensier d'amore,
tòsca vendemmia e tu da' grappi vermigli spumanti
in faccia al sole tra giocondi strepiti,
sole de' giovini anni; ridete a la dolce fanciulla
che amor mi strappa e rende sposa al toscano cielo;
voi le ridete, e quella che sempre, negaronmi i fati
pace d'affetti datele ne l'anima.
Colli, tacete, e voi non susurratele, olivi,
non dirle, o sol, per anche, onnivegente, pio,
ch'oltre quel monte giaccion, lei forse aspettando, que' miei
che visser tristi, che in dolor morirono.
Ella ammirando guarda la cima, tremarsi nel cuore
sente la vita e un lieve spirto sfiorar le chiome,
mentre l'aura montana, calando già il sole, d'intorno
al giovin le agita il vel candido.
(26 settembre 1880)
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ODI BARBARE
4 commenti:
Non è male, vero? L'ho letta volentieri: mi sembra che sia posta una bella attenzione sia sul paesaggio sia sulla ragazza.
E soba è passato. Buon venerdì: ieri ero fast forward e ho commesso un errore cronologico!
Rose, Rose....mi sa che ti perdono, ma non ti consiglio la Barilla....a meno che non sei giovane, alta, bionda e ariana...buon w.e.
Della Barilla faccio tranquillamente a meno... sembra che il tizio si sia scusato, ma c'è lo stesso da chiedersi come sia possibile che persone apparentemente stracolme di privilegi siano così ottuse.
Se non ho firmato... ero io! :S
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