Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 5 gennaio 2014

I Re Magi di Emilio Praga

Giotto*Magi*1320
A mia madre

I bei vegliardi dallo scettro d’oro
che per la neve, sotto il ciel sereno,
sostar sommessi alla mia porta udìa,
la notte della Santa Epifania, 
o son morti di freddo, o son malati,
nei paesi del sole,
I bei vegliardi dallo scettro d’oro!

Quando la mia scarpetta in sul verone
tutta avvizzita facea la rugiada,
e tu madre, domestica regina,
la colmavi di doni alla mattina,
Io ricciuto avea il crin, candida l’alma,
e ogni alba che venia
di giornate regali il don mi offria.
Un giovin sire senza scettro d’oro,
ma cui nutrian d’aromi e terra e cielo,
e una corte di sogni e di speranze
complimentava fra beate stanze,
ero in quei giorni io stesso:
io che il perduto imper sospiro adesso!

I bei vegliardi dallo scettro d’oro
che per la neve, sotto il ciel sereno,
sostar sommessi alla mia porta udia,
la notte della santa Epifania,
o son morti di freddo, o son malati
nei paesi del Sole,
i bei vegliardi dallo scettro d’oro!
**************
PENOMBRE

4 commenti:

Paola ha detto...

Ma che bella questa poesia. Ha un sapore di cose lontane e tanto care.
Buon epifania, e che il 2014 ti porti ogni bene. Ti abbraccio

R ha detto...

Persi i bei vegliardi, e probabilmente anche i ricciuti crini.

Mi piace il Mago che prende il bambino in braccio.

Buonanotte. Sì, ho da fare! ;)

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie Paola, buone cose a te e alla tua famiglia...

R. ¿qué pasa?

Rose ha detto...

Il volo, Francesca,il volo! ;)