Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 7 febbraio 2008

Li mie' foll' occhi, che prima guardaro di Guido Cavalcanti

Cesare Dandini*Rinaldo e Armida
Li mie' foll' occhi, che prima guardaro
vostra figura piena di valore,
fuor quei che di voi, donna, m'acusaro
nel fero loco ove ten corte Amore,
e mantinente avanti lui mostraro
ch' io era fatto vostro servidore:
per che sospiri e dolor mi pigliaro,
vedendo che temenza avea lo core.
Menarmi tosto, sanza riposanza,
in una parte là 'v' i' trovai gente
che ciascun si doleva d'Amor forte,
Quando mi vider, tutti con pietanza
dissermi: - Fatto se', di tal, servente,
che mai non déi sperare altro che morte - 

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