Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 1 settembre 2013

1° settembre 1939 di Wystan Hugh Auden

Charley Toorop*Bertha
Siedo in una delle bettole
della Cinquantaduesima strada
incerto e spaventato
vedendo scadere le astute speranze
d’un decennio basso e disonesto:
onde di rabbia e di paura
circolano per le luminose
e oscurate contrade della terra,
ossessionando le nostre vite private;
l’indicibile odore della morte
offende la notte di settembre.

Le ricerche degli esperti possono
riesumare intera l’offesa
che da Lutero ad oggi
ha fatto impazzire una cultura,
scoprire quello che successe a Linz,
quale immensa illusione ha creato
un dio psicopatico:
io e il pubblico sappiamo
quel che i bambini imparano a scuola,
coloro a cui male è fatto,
male faranno in cambio.

L’esule Tucidide sapeva
tutto quello che può dire un discorso
sulla Democrazia,
e quello che fanno i dittatori,
l’antiquato ciarpame che raccontano
a un apatico sepolcro;
egli analizzò tutto nel suo libro,
la ragione messa al bando,
il dolore che plasma l’abitudine,
il cattivo governo e il cordoglio:
tutto questo ci è inflitto un’altra volta.

In quest’aria neutrale
dove ciechi grattacieli usano
tutta la loro altezza a proclamare
la forza dell’Uomo Collettivo,
ogni lingua versa a gara
la sua scusa vana:
ma chi può vivere a lungo
in un sogno euforico;
essi guardano fuori dallo specchio
la faccia dell’imperialismo
e il torto internazionale.

Le facce lungo il bancone
s’aggrappano al loro giorno medio:
le luci non devono mai spegnersi,
la musica deve sempre andare,
tutte le convenzioni cospirano
perchè questa fortezza assuma
l’arredamento di casa;
perchè non vediamo dove stiamo,
persi in un mondo stregato,
bambini spaventati dalla notte
che mai felici sono stati o buoni.

Le idiozie di partito più vacue
che gridano le Persone Importanti
non sono radicali come il nostro
desiderio:quel che il folle Nijinsky
ha scritto su Diaghilev
vale per il cuore di tutti;
chè ogni donna e ogni uomo
nutre nelle fibre l’errore
di bramare quel che non può avere,
non l’amore universale,
ma d’avere per sè solo ogni amore.

Dal buio conservatore
gli ottusi pendolari entrano
nella vita etica,
ripetendo il voto mattutino:
Sarò fedele a mia moglie,
mi concentrerò di più sul lavoro”,
e i governanti impotenti si svegliano
riprendendo il loro gioco obbligato:
chi può liberarli adesso,
chi può arrivare ai sordi,
chi può parlare per i muti?

Tutto quello che ho è una voce
per svelare la bugia nascosta,
la bugia romantica ch’è nel cervello
del sensuale uomo della strada
e la bugia dell’Autorità
i cui edifici frugano il cielo:
non c’è una cosa chiamata Stato
e nessuno esiste da solo;
la fame non lascia scelta
al cittadino nè alla polizia;
dobbiamo amarci l’un l’altro o morire.

Senza difesa il nostro mondo
giace sotto la notte attonito;
eppure, accesi ovunque,
ironici punti di luce
lampeggiano là dove i Giusti
si scambiano i loro messaggi:
oh, ch'io possa, composto come loro
d’Eros e di polvere,
assediato dalla medesima
negazione e disperazione,
mostrare una fiamma affermativa.
****************
September 1, 1939
I sit in one of the dives 
On Fifty-second Street 
Uncertain and afraid 
As the clever hopes expire 
Of a low dishonest decade: 
Waves of anger and fear 
Circulate over the bright 
And darkened lands of the earth, 
Obsessing our private lives; 
The unmentionable odour of death 
Offends the September night. 
Accurate scholarship can 
Unearth the whole offence 
From Luther until now 
That has driven a culture mad, 
Find what occurred at Linz, 
What huge imago made 
A psychopathic god: 
I and the public know 
What all schoolchildren learn, 
Those to whom evil is done 
Do evil in return. 
Exiled Thucydides knew 
All that a speech can say 
About Democracy, 
And what dictators do, 
The elderly rubbish they talk 
To an apathetic grave; 
Analysed all in his book, 
The enlightenment driven away, 
The habit-forming pain, 
Mismanagement and grief: 
We must suffer them all again. 
Into this neutral air 
Where blind skyscrapers use 
Their full height to proclaim 
The strength of Collective Man, 
Each language pours its vain 
Competitive excuse: 
But who can live for long 
In an euphoric dream; 
Out of the mirror they stare, 
Imperialism's face 
And the international wrong. 
Faces along the bar 
Cling to their average day: 
The lights must never go out, 
The music must always play, 
All the conventions conspire 
To make this fort assume 
The furniture of home; 
Lest we should see where we are, 
Lost in a haunted wood, 
Children afraid of the night 
Who have never been happy or good. 
The windiest militant trash 
Important Persons shout 
Is not so crude as our wish: 
What mad Nijinsky wrote 
About Diaghilev 
Is true of the normal heart; 
For the error bred in the bone 
Of each woman and each man 
Craves what it cannot have, 
Not universal love 
But to be loved alone. 
From the conservative dark 
Into the ethical life 
The dense commuters come, 
Repeating their morning vow; 
"I will be true to the wife, 
I'll concentrate more on my work," 
And helpless governors wake 
To resume their compulsory game: 
Who can release them now, 
Who can reach the deaf, 
Who can speak for the dumb? 
All I have is a voice 
To undo the folded lie, 
The romantic lie in the brain 
Of the sensual man-in-the-street 
And the lie of Authority 
Whose buildings grope the sky: 
There is no such thing as the State 
And no one exists alone; 
Hunger allows no choice 
To the citizen or the police; 
We must love one another or die. 
Defenceless under the night 
Our world in stupor lies; 
Yet, dotted everywhere, 
Ironic points of light 
Flash out wherever the Just 
Exchange their messages: 
May I, composed like them 
Of Eros and of dust, 
Beleaguered by the same 
Negation and despair, 
Show an affirming flame. 
*****************
(An other time*Occasional Poems)

4 commenti:

Rose ha detto...

Da leggere con attenzione. Merita.

Bertha ci guarda tra le linee del suo viso.

Iniziato il mese con una bella giornata.

Buona settimana! Implacabile il riciccio.

Francesca Vicedomini ha detto...

E' un pò faticosa e fa anche male, ma poi se pensiamo a quel che è successo...buon riciccio allora...

Rose ha detto...

Sì: un primo settembre infausto.

Anonimo ha detto...

La poesia sul tuo sito è...più poetica.
Un Saluto
Rafhael ARTHUR LIGUORO