Franco Gentilini |
di vento complicato nel suo vuoto-spinto
afrore di lontananze là in basso
tossiche tanto da creparsi
in combustioni
di sprofondamenti- tamponamenti a catena;
accavallarsi di foie metalliche
e poi a notte la perfusione
che scaturì a stridere il suo nome
a un uccello maligno -
e poi ancora sole maligno di mille purezze
che ad ogni pulviscolo si declina
fischiando ruina
Ah meglio ingolfati là dietro
con le immemori nevi, in odore
di santità elettroniche da bar,
con aghi, pixel, pus, frustoli di stars
Fà che fin là non mi prenda di mira la vampa di zolfo
che a notte balzò dalla strozza
dell'acqua-acquana
di Venezia pantegana.
(Gennaio '96 (variante)
- Canzonette ispide -
2 commenti:
Ehhh... sempre difficile, ma leggerlo è un piacere.
Oggi velature nevose.
Buon sobino.
Sì costa un pò di fatica...buon soba, eravamo partiti con la neve, per fortuna si è calmata...
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