Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 10 giugno 2013

Poesia per una cicala di Leonardo Sinisgalli

Theo Van Rysselberghe*Cherries
Io non so cantare lo zelo
della formica immortale.
Più vicino alla mia sorte
è lo stridore della cicala
che trema fino alla morte.
Nel tempo mio diletto
mi confidavo a quell'ira
insistente che mi assopiva
con la cicala nel petto.
Ora nello sfacelo
della mia giornata mi resta
un po' di polvere in pugno,
ma tanto vale la tua spoglia
che ancora risento quel melo
stormire e nell'aria di giugno
la tua allegria funesta
nascere dietro una foglia.

5 commenti:

Rose ha detto...

Rivalutiamo le cicale, perché l'estate senza di loro sarebbe meno interessante!

Buonanotte e buon marte.

Francesca Vicedomini ha detto...

W le cicale e W giugno, allora, anche se ogni pomeriggio c'è un temporale, ma è storia vecchia....

Francesca Vicedomini ha detto...

W le cicale e W giugno, allora, anche se ogni pomeriggio c'è un temporale, ma è storia vecchia....

Rose ha detto...

Erano ciliegie! Il dipinto però sembra capovolto: le ciliegie sfidano l'accelerazione di gravità! Va bene anche così, si intende... sono buone lo stesso! :D

Francesca Vicedomini ha detto...

Ma ssò bone, quest'anno guastate dalla pioggia e carissime!!!