Edward Steichen*1903 |
c’hai vergogna e ti celi in un manto di foglie
qua e là strappato, ancora nell’occhio si raccoglie
un pianto triste e il cuore prova una fredda scossa
s’avvenga che ripensi le tue diserte soglie
il tuo muto giardino, la terra non rimossa
da tempo grande, come la terra d’una fossa,
la fossa ch’ogni mia dolce speranza accoglie.
Piccola casa rossa che il molle abbraccio tenta
del fiorito viale con mille incantamenti,
nell’ora triste in cui mi parve uscir di vita,
non io rossa ti vidi, ma come se una lenta
lagrima assai t’avesse corse le guancie ardenti,
mi sembrasti d’immenso dolore impallidita.
St. Moritz
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L'AMARO CALICE*1905
5 commenti:
Una stretta al couore. Commuove ogni volta , questo ragazzo.
Che bella, l'immagine!. E lei ha un viso così particolare.
Buonanotte e buon soba!
Eh... aver avuto un fotografo come Steichen...ma per me non c'era speranza lo stesso eheh...
Buon venere.
Certi fotografi sono capaci di prendere il meglio da qualsiasi soggetto: la luce degli occhi, l'espressione, il sorriso, i lineamenti.... tutto viene trasfigurato; l'unica eccezione credo sarebbe il mostriciattolo verminoso che da anni imperversa in questa povera Nazione. Cercare di tirare fuori qualcosa di buono da quello sarebbe tempo perso.
Parli di un soggetto insalvabile (ma lo salveranno vedrai...)
Noooo! Dimmi di no, dimmi che stavolta se ne va per sempre.... :(
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