Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 3 ottobre 2013

Mamma di Giovanni Cena

Carlo Fachenetti
Mamma, questa d'ottobre così gaia
giornata, sembra d'una primavera
ultima. Senti? rondinelle a schiera
empiono di bisbigli la grondaia.

Senti? Tutto è brusio. Biondo nell'aia
il sol, tiepido ancora. Ma l'intera
famiglia è qui d'intorno, e prega e spera
che dalla casa il reo morbo scompaia.

Oggi si spilla il vino e si ripone
il grano turco, a noi il buon Signore
nulla di queste cose diede, mamma.

Pur siamo lieti; poi che il buon Signore
ancor ci appresta molte cose buone:
la tua salute, il tuo sorriso, mamma.
*******************
MADRE

3 commenti:

Rose ha detto...

Giorno tragico, purtroppo.

La poesia è un po' di maniera, ma tenera.

Buonanotte! :)

Francesca Vicedomini ha detto...

A volte le piccole poesie scolastiche toccano il cuore per la semplicità e sincerità, se ti riferisci alla tragedia dei migranti è un massacro senza fine.

Rose ha detto...

Sì, pensavo a quello...