Consapevolezza
Mi allettava il tuo schematico paesaggio mentale così logico e disadorno.
Quasi una struttura ossificata dove ancorare i sogni.
In quel cubo di sconforto fra letti sfatti e aloni di vapori, smoriva il desiderio di te.
Volevi rovistare nei pensieri nei sentimenti accantonati.
Da tempo immemorabile mia nonna e poi mia madre subivano le stesse imposizioni col riso divenuto opaco per seppellire senza clamori coniugali disarmonie.
Ribelle, meditavo benefiche evasioni non era defezione la mia, né vacuità spirituale solo un vitale anelito di libertà.
Ho indossato la consapevolezza che invano reclamavi, ora che l'animo è cesellato al bulino del dolore.
La mia persa giovinezza era il disordine naturale del bosco, un mare di incantesimi con infinite rinascite
Maria Teresa Santalucia Scibona
il ritratto è di Gunnar Berndtson
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