Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 28 aprile 2007

Il mio paese è l'Italia di Salvatore Quasimodo


IL MIO PAESE E L'ITALIA
Più i giorni s'allontanano dispersi
e più ritornano nel cuore dei poeti.
Là i campi di Polonia,
la piana dì Kutno
con le colline di cadaveri
che bruciano in nuvole di nafta,
là i reticolati per la quarantena d'Israele,
il sangue tra i rifiuti,
l'esantema torrido,
le catene di poveri già morti da gran tempo
e fulminati sulle fosse aperte dalle loro mani,
là Buchenwald,
la mite selva di faggi,
i suoi forni maledetti;
là Stalingrado, e Minsk
sugli acquitrini e la neve putrefatta.
I poeti non dimenticano.
Oh la folla dei vili, dei vinti,
dei perdonati dalla misericordia!
Tutto si travolge,
ma i morti non si vendono.
Il mio paese è l'Italia,
o nemico più straniero,
e io canto il suo popolo,
e anche il pianto coperto dal rumore del suo mare,
il limpido lutto delle madri,
canto la sua vita.
Raffaello/Stanza della Signatura/Giustizia

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