Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 19 luglio 2007

19 luglio 1943 di Elio Fiore

Swinnerton
Nell'orto di mio padre,
sovente rincorrevo farfalle, curavo il basilico
e il rosmarino e gustavo gli odori
dei bianchi capperi sul muro.
Com'erano altissime le volte degli Archi Felici!
Mio padre zappava la terra accanto
a una piscina bianca e azzurra di calce.
Le nuvole ubbidivano al cielo, in forme
strane, gigantesche.
Ineffabili scoperte dei segreti delle formiche!
Sulla via Casilina, sull'ampia strada
della mia infanzia, a poco a poco,
si svelavano tutti i giochi tutti i riti.
Poi, d'improvviso un attimo
del 19 luglio 1943 tutto scomparve,
e rimasi per dieci ore sotto le macerie,
abbracciato a mia madre. Non lo sapevo
ma ascoltando il suo eterno grido,
fu in quel momento che divenni poeta.

1 commento:

Maria Di Lorenzo ha detto...

mi permetto di segnalare il link esatto per trovare questa ed altre liriche di Elio Fiore: http://eliofiore.wordpress.com.