Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 11 luglio 2007

Cloe Claudia Polla e Marcella di Marziale

L'EPIGRAFE POSTA DA CLOE
Sulle tombe dei sette suoi mariti
la scellerata Cloe
questa lapide pose:
«Sono opera mia.»
Si può esser più schietti di così?

• UN AUGURIO
Benché Claudia sia una discendente
dei tatuati Britanni, che gran cuore
ha proprio della gente laziale!
Quanto decoro nella sua bellezza!
Le matrone romane una romana
la posson credere e le donne greche
una nata nell'Attica.
Sian benedetti i numi! Ha partorito
figli al marito virtuoso,
spera di aver generi e nuore
ancora in età giovane.
Così piaccia agli dèi, che goder possa
d'un sol marito e, finché vive,
dell'amor dei tre figli.


IL DONO DI POLLA
Polla,
corone di rose tu mi mandi,
pure da ogni contatto. Io preferisco
aver le rose che hai toccato tu.

A MARCELLA
Chi ti direbbe, Marcella, generata
fra la gente del gelido Salone,
nel mio luogo natio?
Tanta squisitezza è nel tuo gusto
e in te tanta dolcezza.
Se una volta il Palatino
udirà la tua voce,
dirà che sei romana.
Nessuna donna nata alla Suburra
o nutrita sul colle Campidoglio
oserebbe gareggiar con te.
Non sì presto sorriderà la gloria
d'uno straniero parto
alla quale possa meglio convenire
di esser nuora romana.
Tu mi rendi più mite
la nostalgia della città sovrana:
tu da sola per me sei tutta Roma.
(ritratto di L.A.Tadema)

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