Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 25 febbraio 2015

Sonetto X di Vittoria Colonna

Jules Joseph Lefebvre/Vittoria Colonna
A che miseria Amor mio stato induce,
che ’l proprio sol ancor tenebre rende!
Non prima il veggio scorger, che raccende
il desio di veder mia vaga luce.
  Quanto più gemme ed or fra noi riluce,
l’inferma vista mia più se n’offende;
e se dolce armonia l’orecchia intende,
pianto e sospir alfin nel cor produce.
  S’io verde prato scorgo, trema l’alma
priva di speme, e se fior vaghi miro,
si rinverde il desir del mio bel frutto,
  che morte svelse, ed a lui grave salma
tolse in un breve e felice sospiro,
coprendo il mondo, e me d’eterno lutto.
***
Vittoria Colonna è mancata il 25 febbraio 1547
Francesco Jacovacci
L'omaggio di Michelangelo a Vittoria Colonna

1 commento:

Rose ha detto...

Vittoria Colonna oggi è stata omaggiata in modo squisito, non solo da Michelangelo, sorpreso nel suo ultimo saluto, ma dalla cara Francesca con la sua grande sensibilità.

Vittoria nel ritratto è stupenda.