Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 1 febbraio 2016

Odisseo in Itaca di Lars Forssell

Ulysse et Euryclée, 1849, Gustave Boulanger
Tre volte tre rose
ho scagliato nel mare oggi, quando la corrente
porta via da Itaca.
Tre volte tre colombe
svolazzando hanno preso il volo dalla mia mano.

C’è porpora tanto potente, Calipso,
che qualche oncia può tingere tutto il mare di rosso sanguigno.
A che mi giova allora la distanza
e l’averti sfuggita?

Le sirene ancora allettano nel mio sogno.
E il mare ondeggia.
E il sogno chiama – tempesta
e chiama te.
***
Tre gånger tre rosor
har jag kastat i havet idag,när strömmen
för bort från Ithaca.
Tre gånger tre duvor
har, fladdrande, lyft från min hand.

Det finns purpur så mäktigt, Kalypso,
att några uns därav kan färga hela havet blodrött.
Vad hjälper mig då avstånd
och att jag flydde dig?

Sirenerna lockar än i min dröm.
Och havet svalkar.
Och drömmen ropar – storm
och efter dig.
***
Odysseus på Ithaca

2 commenti:

Juliet ha detto...

Ulisse è inquieto, il sogno lo turba e richiama, nel mare cerca la tempesta, quei vortici che lo portarono da calipso, quella calipso che amò e abbandonò un giorno, per tornare a casa. Ma a che giova, chiede il nodo allo stomaco della nostalgia, l'averti sfuggita..

Rose ha detto...

Sì, ha colpito anche me. È vero, non è tranquillo come dovrebbe, l'Odisseo di Forssell. Itaca è stretta e rocciosa, fin troppo agognata, fin troppo attesa, ma a dispetto di tutto il sangue, la porpora corporea, reclama lei, il sogno, perché il sogno è vita quanto il quotidiano, e che tormento non poterli conciliare. :(