Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 6 gennaio 2016

In casa del sopravissuto di Guido Gozzano

Portrait of Gysis, 1865, Ludwig Thiersch
Dalle profondità dei cieli tetri
scende la bella neve sonnolenta,
tutte le cose ammanta come spetri;
scende, risale, impetuosa, lenta,
di su, di giù, di qua, di là, s’avventa
alle finestre, tamburella i vetri....

Turbina densa in fiocchi di bambagia,
imbianca i tetti ed i selciati lordi,
piomba dai rami curvi, in blocchi sordi....
Nel caminetto crepita la bragia
e l’anima del reduce s’adagia
nella bianca tristezza dei ricordi.

Reduce dall’Amore e dalla Morte
gli hanno mentito le due cose belle!
Gli hanno mentito le due cose belle:
Amore non lo volle in sua coorte,
Morte l’illuse fino alle sue porte,
ma ne respinse l’anima ribelle.

In braccio ha la compagna: Makakita;
e Makakita trema freddolosa,
stringe il poeta e guarda quella cosa
di là dai vetri, guarda sbigottita
quella cosa monotona infinita
che tutto avvolge di bianchezza ondosa.

Forse essa pensa i boschi dove nacque,
i tamarindi, i cocchi ed i banani,
il fiume e le sorelle quadrumani,
e il gioco favorito che le piacque,
quando in catena pendula sull’acque
stuzzicava le nari dei caimani.

II


Con la Mamma vicina e il cuore in pace,
s’aggira, canticchiando un melodramma;
sospira un po’.... Ravviva dalla brace
il guizzo allegro della buona fiamma....
Canticchia. E tace con la cara Mamma;
la cara Mamma sa quel che si tace.

Egli s’aggira. Toglie di sul piano-
forte un ritratto: «Quest’effigie!... Mia?...»
E fissa a lungo la fotografia
di quel sè stesso già così lontano:
«Sì, mi ricordo.... Frivolo.... mondano....
vent’anni appena.... Che malinconia!...

Mah! Come l’io trascorso è buffo e pazzo!
Mah!...» - «Che sospiri amari! Che rammenti?»
«Penso, mammina, che avrò tosto venti
cinqu’anni! Invecchio! E ancora mi sollazzo
coi versi! E tempo d’essere il ragazzo
più serio, che vagheggiano i parenti.

Dilegua il sogno d’arte che m’accese;
risano a poco a poco, anche di questo!
Lungi dai letterati che detesto,
tra saggie cure e temperate spese,
sia la mia vita piccola e borghese:
c’è in me la stoffa del borghese onesto....

Sogghigna un po’! Ricolloca sul piano-
forte il ritratto «....Quest’effigie! Mia?...
E fissa a lungo la fotografia
di quel sè stesso già così lontano.
«Un po’ malato.... frivolo.... mondano....
Si, mi ricordo.... Che malinconia!...»

* I Colloqui 1911*
da POESIA ITALIANA DEL NOVECENTO

martedì 5 gennaio 2016

Una mamma al suo bambino di Dorothy Wordsworth

George Coates Maternidad, 1912.
Sono freddi i giorni e lunghe le notti,
E suona il vento note dolenti;
Su vieni e rifugiati contor il mio cuore;
Le cose liete ora dormono tutte,
Eccetto te, mio piccolo amore!

Dorme il gatto vicino al camino,
Da tempo i grilli non fanno cri cri,
E tutto tace in casa, bambino,
Tranne un topino affamato che rosica,
Ma tu non dormi, perché?

Non badare a quella luce di fuori
È solo la luna che splende,
Dietro il vetro grondante di pioggia:
O su, piccolino: continua a dormire,
Finché il giorno ritorna.***
THE COTTAGER TO HER INFANT

The days are cold, the nights are long, 
The north-wind sings a doleful song; 
Then hush again upon my breast; 
All merry things are now at rest, 
   Save thee, my pretty Love! 

The kitten sleeps upon the hearth, 
The crickets long have ceased their mirth; 
There's nothing stirring in the house 
Save one wee, hungry, nibbling mouse, 
   Then why so busy thou? 

Nay! start not at that startling light; 
'Tis but the moon that shines so bright 
On the window pane bedropped with rain: 
Then, little Darling! sleep again, 
And wake when it is day.
***
da POETI ROMANTICI INGLESI

lunedì 4 gennaio 2016

Prima neve di Antonin Artaud

Anonyme. “Femme au chapeau noir et à l’écharpe”. Huile sur bois. Paris, musée Carnavalet
Guarda dolcissima, pallida, bellissima mia
Questo giorno sopra i bianchi misteri morente
Sembra umano questo giorno in agonia
Che gli anelli nella stanza sfoglia tristemente.

Ci sentiamo felici di sapere che ogni cosa
Come noi si beve questo sprazzo di luce
E sfugge assieme a noi verso le nuvole rosa...
L'ora suona il suo rintocco sulle vetrate mute.

Nella dolcezza della sera si lamentano i rami
A volte agonizza un uccello nelle strade
Ed ecco assume un color d'acqua il cielo...
Sorella è il nostro amore che nevica sui rami.
-Scritto di mio pugno il 18 gennaio 1921-
***
Première neige

Vous toute douce, toute belle, toute pâle
Ce jour qui vient mourir sur le mystères blancs
Il nous paraît humain ce jour agonisant
Tristement effeuillant ses bagues dans la salle.

Nous nous sentons hereux de savoir que le choses
Boivent ainsi que nous ce lambeau de clarté
Et s'enfuient avec nous vers le nuages roses...
L'heure sonne son glas sur le vitraux muets.

Dans la douceur du soir se lamentent les branches
Parfois dans les chemins agonise un oiseau
Et voici que le ciel prend une couleur d'eau...
Ma sœur c'est notre amour qui neige dans les
branches.
- Ecrit de ma vraie écriture le 18 janvier 1921-
*
da POESIA FRANCESE DEL NOVECENTO

domenica 3 gennaio 2016

Tempo coperto di Pierre Reverdy

Claude Monet - The Magpie (1869)
Sono al centro di una nube
di neve
o di fumo
Lo splendore del giorno fa scalpore
la finestra sbattendo
apre il muro dell'angolo
la pupilla assopita
e l'occhio già abbassato
Più lontano
sulla curva dove avrebbe dovuto cadere
il grande vento che passava
spianando l'atmosfera
la neve e il fumo
Qualche pizzico di sole
e il peso della terra
appena sollevata.
***
Temps couvert

Je suis au milieu d’un nuage
de neige
ou de fumée
L’éclat du jour fait son tapage
la fenêtre en battant
ouvre le mur du coin
la paupière assoupie
et l’œil déjà baissé
Plus loin
sur le détour où aurait dû tomber
le grand vent qui passait
en roulant l’atmosphère
la neige et la fumée
Quelques grains de soleil
et le poids de la terre
à peine soulevée
*
(Cravates de chanvre, 1922)
Da POESIA FRANCESE DEL NOVECENTO

sabato 2 gennaio 2016

Una sera, la neve di Salvatore Quasimodo

A Carcass - Gustav Adolf-Mossa
Di te lontana dietro una porta
chiusa, odo ancora il pianto d'animale:
così negli alti paesi al vento della neve
ulula l'aria fra i chiusi dei pastori.

Breve gioco avverso alla memoria:
la neve è qui discesa e rode
i tetti, gonfia gli archi del vecchio Lazzaretto,
e l'Orsa precipita rossa fra le nebbie.

Dove l'anca colore dei miei fiumi,
la fronte della luna dentro l'estate
densa di vespe assassinate? Resta il lutto
della tua voce umiliata nel buio delle spalle
che lamenta la mia assenza.
***
da POESIE D'AMORE DEL NOVECENTO

venerdì 1 gennaio 2016

Risvegliarsi quando albeggia di Anna A. Achmatova

The four seasons by Hugh Ramsay, c. 1902
Risvegliarsi quando albeggia
ché ti soffoca la gioia,
e dal tondo finestrino
contemplare l'onda verde,
o in pelliccia sopra il ponte
ascoltare nel maltempo
come battono i motori,
ed a nulla non pensare,
ma l'incontro presentendo
con colui ch'è la mia stella,
per il vento e per gli spruzzi
sempre più ringiovanire.
*
da IL FIORE DEL VERSO RUSSO
*
Buon Anno e Buona Poesia

martedì 29 dicembre 2015

Comunicazione interna

Victor Hugo,  Château Fort 1854


Sì, ci sono stati dei problemi, nulla di grave per fortuna, e sotto non c'è nulla...non vi sapevo così preoccupati...Grazie.
Dal 1° di Gennaio si riparte! Buon fine d'anno!