Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 30 aprile 2015

Versi d'amore di Anonimo dall'Antologia Palatina

Collier*Lilith 1887
Sia che lucente ti veda di neri capelli, signora,
   sia che bionda di chiome ti riveda,
pari ne sfolgora sempre la grazia, Se fossero bianchi,
   abiterebbe in quei capelli Amore.
*
Una ragazza, di sera, mi bacia con umide labbra.
Nèttare il bacio, spirava di nèttare tutta la bocca:
eccomi sbronzo del bacio: era tanto l'amore! ho bevuto.
*
Ah, s'io fossi una rosa di porpora, e tu mi prendessi,
   e il tuo seno di neve mi donassi!
***
ANTOLOGIA PALATINA
Bisanzio metà X sec.

mercoledì 29 aprile 2015

Amore di Cristina Campo

Margaret Bernardine Hall*Fantine
Amore, oggi il tuo nome
al mio labbro è sfuggito
come al piede l'ultimo gradino...

Ora è sparsa l'acqua della vita
e tutta la lunga scala
è da ricominciare

T'ho barattato, amore, con parole.

Buio miele che odori
dentro i diafani vasi
sotto mille e seicento anni di lava -

ti riconoscerò dall'immortale
silenzio.

LA TIGRE ASSENZA
*
Cristina Campo è nata il 29 aprile del 1923

martedì 28 aprile 2015

Gli amanti di Vilma Tapia Anaya

Francesco Didioni
Eclissati dalla loro stessa Luna
nella loro somiglianza
quasi monocromi
intimi
riposano

Nessuna impazienza
si manifesta

Diafani
gli ornamenti delle loro carezze
tintinnano
lontani e vicini

lunedì 27 aprile 2015

Invece di parole di Yehuda Amichai

Thoma Benjamin Kennington
Il mio amore ha una veste bianca e lunghissima,
di sonno, d’insonnia e di nozze,
va a sedersi la sera a un tavolino
sopra cui posa un pettine, due fiale,
una spazzola, invece di parole.
Dagli abissi della chioma pesca
molte forcine e poi le mette in bocca, invece di parole.

La scompiglio, lei si pettina
nuovamente scompiglio. Poi che resta?
Lei si addormenta invece di parole,
e il suo sonno ormai mi conosce,
scodinzola con la sua coda di sogni lanosi,
il suo ventre s’è impregnato facilmente
di tutte le funeste profezie
della fine dei tempi.

Io la sveglio: siamo gli umili
strumenti di un difficile amore.

domenica 26 aprile 2015

Trionfo dell'amore di Vicente Aleixandre

An Interior, 1919, Harold Harvey
Brilla la luna tra il vento d'autunno,
nel cielo risplendendo come pena lungamente sofferta.
Ma non sarà il poeta a rivelare
le ragioni segrete, il segno indecifrabile
di un cielo liquido di ardente fuoco che annegherebbe le
   anime,
se sapessero il loro destino sulla terra.

La luna quasi mano
divide ingiustamente, come bellezza usa,
i suoi doni sul mondo.
Guardo pallidi volti.
Guardo fattezze amate.
Non sarò io a baciare il dolore che nei volti si mostra.
Solo la luna può chiudere, baciando,
quelle palpebre dolci che la vita ha stancate.
Quelle labbra lucenti, labbra di luna pallida,
labbra sorelle per i tristi uomini,
sono un segno d'amore nella vita deserta,
sono il concavo spazio dove l'uomo respira
e vola sulla terra ciecamente girando.
Il segno dell'amore nei volti amati a volte
è solo la bianchezza brillante,
la dischiusa bianchezza di quei denti che ridono.
Allora sì che in alto la luna si fa pallida,
si estinguono le stelle
e c'è un'eco remota, uno splendore a oriente,
vago suono di soli che anelano ad irrompere.
Quale gioia, che giubilo quando il riso rifulge!
Quando un corpo adorato,
eretto nel suo nudo, brilla come la pietra,
Jcome la dura pietra infiammata dai baci.

Guarda la bocca. In alto diurno un lampeggiare
attraversa un bel volto, un cielo dove gli occhi
non sono ombra, ciglia, inganni rumorosi,
ma la brezza di un'aria che percorre il mio corpo
come un'eco di giunchi che cantano levati
contro le acque vive, fatte azzurre dai baci.

Il puro cuore amato, la verità, la vita,
la certezza presente di un amore irraggiante,
la sua luce sui fiumi, il suo nudo stillante,
tutto vive, resiste, sopravvive ed ascende
come brace lucente di desiderio ai cieli.

Ormai è soltanto il nudo. Solo il riso nei denti.
La luce, la sua gemma folgorante: le labbra.
È l'acqua che piedi adorati bacia,
come occulto mistero bacia la notte vinta.

Ah meraviglia lucida di stringer nelle braccia
un odoroso nudo, circondato da boschi!
Ah mondo solitario che sotto i piedi gira,
ciecamente cercando la sua sorte di baci!
Io so chi ama e vive, chi muore e gira e vola.

So che lune si estinguono, nascono, vivon, piangono.
So che due corpi amano, due anime si fondono.
*
Triunfo del amor

Brilla la luna entre el viento de otoño,
en el cielo luciendo como un dolor largamente sufrido.
Pero no será, no, el poeta quien diga
los móviles ocultos, indescifrable signo
de un cielo líquido de ardiente fuego que anegara
las almas,
si las almas supieran su destino en la tierra.

La luna como una mano,
reparte con la injusticia que la belleza usa,
sus dones sobre el mundo.
Miro unos rostros pálidos.
Miro rostros amados.
No seré yo quien bese ese dolor que en cada rostro asoma.
Sólo la luna puede cerrar, besando,
unos párpados dulces fatigados de vida.
Unos labios lucientes, labios de luna pálida,
labios hermanos para los tristes hombres,
son un signo de amor en la vida vacía,
son el cóncavo espacio donde el hombre respira
mientras vuela en la tierra ciegamente girando.

El signo del amor, a veces en los rostros queridos
es sólo la blancura brillante,
la rasgada blancura de unos dientes riendo.
Entonces sí que arriba palidece la luna,
los luceros se extinguen
y hay un eco lejano, resplandor en oriente,
vago clamor de soles por irrumpir pugnando.
¡Qué dicha alegre entonces cuando la risa fulge!
Cuando un cuerpo adorado;
erguido en su desnudo, brilla como la piedra,
como la dura piedra que los besos encienden.

Mirad la boca. Arriba relámpagos diurnos
cruzan un rostro bello, un cielo en que los ojos
no son sombra, pestañas, rumorosos engaños,
sino brisa de un aire que recorre mi cuerpo
como un eco de juncos espigados cantando
contra las aguas vivas, azuladas de besos.

El puro corazón adorado, la verdad de la vida,
la certeza presente de un amor irradiante,
su luz sobre los ríos, su desnudo mojado,
todo vive, pervive, sobrevive y asciende
como un ascua luciente de deseo en los cielos.

Es sólo ya el desnudo. Es la risa en los dientes.
Es la luz o su gema fulgurante: los labios.
Es el agua que besa unos pies adorados,
como un misterio oculto a la noche vencida.

¡Ah maravilla lúcida de estrechar en los brazos
un desnudo fragante, ceñido de los bosques!
¡Ah soledad del mundo bajo los pies girando,
ciegamente buscando su destino de besos!
Yo sé quien ama y vive, quien muere y gira y vuela.
Sé que lunas se extinguen, renacen, viven, lloran.
Sé que dos cuerpos aman, dos almas se confunden.
***
Vicente è nato il 26 aprile 1898

sabato 25 aprile 2015

Amor, l'alma m'allaccia e Tu mi somigli pallidetta oliva di Torquato Tasso

A Young Lady Writing in a Hymnal. Giacomo Pacchiarotto
Non avendo ardire di parlar con la sua donna nel ballo, prega
Amore che sciolga i legami de la lingua e raddoppi quelli del core.

Amor l’alma m’allaccia
di dolci aspre catene:
non mi doglio io per ciò, ma ben l’accuso
che mi leghi ed affrene
la lingua a ciò ch’io taccia
anzi a madonna timido e confuso
e ‘n mia ragion deluso.
Sciogli, pietoso Amore,
la lingua, e se non vuoi
che mi stringa un sol men de’ lacci tuoi
tanti n’aggiungi in quella vece al core.
*
Rime per Lucrezia Bendidio
***
Vita de la mia vita
tu mi somigli pallidetta oliva
o rosa scolorita; 
né di beltà sei priva, 
ma in ogni aspetto tu mi sei gradita, 
o lusinghiera o schiva; 
e se mi segui o fuggi
soavemente mi consumi e struggi. 
***
Torquato Tasso morì il 29 aprile del 1595

venerdì 24 aprile 2015

Quasi sonetto d'amore di Anna Luísa Amaral

Carl Heinrich Bloch Roma Osteria 1860
Cammini come una virgola appoggiata alla pagina
non come un foglio o un'asta esclamativa.
Sarebbe un buon paragone quel sonetto
del camminare sul suolo, il 130,
quello che si inclina sul tuo portamento lento
e io volevo una bella precisione:
il più corretto punto esclamativo
in cui la tua testa fosse qui sul suolo

e i piedi toccassero radente quello che era lì in cielo.
Ma parliamo di pagine, non parliamo di corpo
perchè altrimenti parlerei dei tuoi occhi,

e ci metterei altri due versi, e li farei rimare.
Direi: "Soni perfetti i tuoi occhi.
Perchè volano -"
***
La scala di Giacobbe