Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 26 settembre 2009

La suora gitana di Federico Garcia Lorca

Arnold Bocklin*Vestale
(A José Moreno Villa) 
Silenzio di calce e di mirto.
Malve sull'erbe fini.
La suora ricama violacciocche
su una tela paglierina.
Sulla grigia lumiera
sette uccelli dei prisma volano.
La chiesa grugnisce lontano
come un orso a pancia all'aria.
Come ricama! Con che grazia!
Sulla tela paglierina,
ricamare le piacerebbe
fiori di sua fantasia.
Che girasole! E che magnolia
di lustrini e di nastri!
Che zafferani e che lune
sulla tovaglia della messa!
Cinque cedri si caramellano
nella cucina lì accanto.
Le cinque piaghe di Cristo
spiccate ad Almeria.
Negli occhi della suora
galoppano due cavalieri.
Un rumore ultimo e sordo
la camicia le strappa
e, guardando nubi e monti
nelle fisse lontananze,
si spezza il suo cuore
di zucchero e erba cedrina.
Oh!, che pianura impennata
con venti soli in cima.
Che fiumi rizzati in piedi
travede la sua fantasia!
Ma continua coi suoi fiori,
mentre in piedi, nella brezza,
la luce muove la scacchiera
alta della persiana.

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