Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 15 settembre 2009

Lilika di Vladimir Vladimirovic Majakovskij

Stanley Spencer
Il fumo della sigaretta ha mangiato l'aria.
Accanto a questa finestra
per la prima volta
In estasi, carezzai le tue mani.
Oggi ti vedo seduta,
il cuore in un'armatura di ferro.
Ancora un giorno
e mi scaccerai.
Nella buia anticamera la mia mano, scossa dal tremito,
nella manica a lungo tenterà d'infilarsi.
Balzerò fuori,
lancerò per strada il mio corpo.
Selvaggio, diverrò pazzo.
Non si deve giungere a questo:
cara, buona,
diciamoci adesso addio.
Tanto il mio amore,
peso come un macigno,
resta appeso al tuo collo
dovunque tu fugga.
Se lo sfiancano di lavoro, un bue,
andrà
a stendersi in gelide acque.
Ma al di là dell'amore per te,
per me non c'è mare.
Se anela al riposo lo stanco elefante
si sdraierà sulla sabbia infuocata:
ma al di là del mio amore per te,
per me non c'è sole.
E io non so neppure dove sei e con chi.
Non mi butterò dalla tromba delle scale,
non berrò il veleno,
non oserò premere il grilletto contro la tempia.
Lascia almeno
ch'io copra con un'ultima tenerezza
il tuo passo che si allontana.

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