Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 28 febbraio 2010

Arie LXIV e LXV di Pietro Metastasio

Bacciarelli/Barbara LXIV
Quell'ira istessa, che in te favella,
divien sì bella nel tuo rigore,
che più d'amore languir mi fa.
Ah s'è a tal segno bello il tuo sdegno,
che mai sarebbe la tua pietà?
LXV
Trova un sol, mia bella Clori,
che ti parli, e non sospiri,
che ti vegga, e non t'adori;
e poi sdegnati con me.
Ma perché fra tanti rei
sol con me perché t'adiri?
Ah, se amabile tu sei,
colpa mia, crudel, non è.

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