Ferdinand Roybet*Odalisca |
L'Asia languida e l'ardente Africa, tutto un mondo lontano, quasi defunto, vive nelle tue profondità, o foresta aromatica! Come altri spiriti navigano sulla musica, il mio, amor mio, naviga nel tuo profumo.
Andrò laggiù, dove l'uomo e l'albero, pieni di linfa, godono a lungo dell'ardore del clima; o forti trecce, siate l'onda che mi porta via. Tu contieni, mare d'ebano, un abbondante sogno di vele, di vogatori, di alberi e stendardi:
un porto risonante in cui la mia anima può abbeverarsi, a grandi sorsate di profumo, di suono e di colore; in cui vascelli, scivolando nell'oro e nel marezzo, aprono le vaste braccia a stringere la gloria d'un cielo puro in cui freme sempiterno calore.
Tufferò il mio corpo ebbro e innamorato in questo nero oceano che l'altro racchiude, e il mio spirito sottile, accarezzato dal rollìo, saprà ritrovarsi, o feconda pigrizia, infiniti ondeggiamenti dell'ozio profumato!
Capelli blu, padiglione di tenebre distese, voi mi ridonate l'azzurro dell'immenso cielo ricurvo: sui bordi vellutati delle vostre ciocche ritorte, m'inebrio con ardore dei sentori mischiati d'olio di cocco, di muschio e di catrame.
A lungo, sempre, la mia mano seminerà, nella tua capigliatura greve, il rubino, la perla e lo zaffiro, così che tu non sia mai sorda al mio desiderio! Non sei l'oasi che sogno, la fiasca in cui, a lunghi sorsi, bevo il vino del ricordo?
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