Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 2 febbraio 2014

Visione di Giosuè Carducci

Bartolomeo Bezzi*L'acqua morta*1884
Il sole tardo ne l'invernale
Ciel le caligini scialbe vincea,
E il verde tenero de la novale
Sotto gli sprazzi del sol ridea.

Correva l'onda del Po regale,
L'onda del nitido Mincio correa:
Apriva l'anima pensosa l'ale
Bianche de' sogni verso un'idea.

E al cuor del fiso mite fulgore
Di quella placida fata morgana
Riaffacciavasi la prima età,

Senza memorie, senza dolore,
Pur come un'isola verde, lontana
Entro una pallida serenità.

(Verona, 1 Febbraio 1883)
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RIME NUOVE

3 commenti:

Francesca Vicedomini ha detto...

Per i più curiosi:
Il quadro rappresenta l'Adige che correva in mezzo alle case, ed era per forza di cose una fogna a cielo aperto, tutto questo è stato interrato, ora lì c'è la via Interrato dell'Acqua Morta, e vicino la Piazza Isolo, ma le case ai lati se pur un pò recuperate sono le stesse.
Quello in fondo ora si chiama Ponte Navi...

Rose ha detto...

Grazie della poesia del toscanaccio in visita a Verona e delle notizie, sempre interessanti, sulla città.

Un saluto un po' fradicio di pioggia, e buonanotte.

Buon riciccio, poi! :)

Rose ha detto...

Ti ho risposto all'indirizzo Myrtle! Bacioni da noi.