Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 29 marzo 2014

La primavera di Ugo Betti

Hans Zatzka
Quando il cielo ritorna sereno
come l'occhio d'una bambina,
la primavera si sveglia. E cammina
per le mormoranti foreste,
sfiorando appena
con la sua veste
color del sole
i bei tappeti di borraccina.
Ogni filo d'erba reca un diadema,
ogni stilla trema.
Qualche gemma sboccia
un po' timorosa,
e porge la boccuccia color di rosa
per bere una goccia
di rugiada...
Nei casolari solitari
i vecchi si fanno sulla soglia
e guardano la terra 
che germoglia.
La capinera prova una canzonetta
ricamata di trilli
e poi cinguetta
come una scolaretta.
I grilli
bisbigliano maliziose parole
alle margherite
vestite
di bianco. Spuntano le viole.
A notte le raganelle
cantano la serenata per le piccole stelle.
I balconi si schiudono
perché la notte è mite,
e qualcuno s'oblia,
ad ascoltar quello che voi dite
alle piccole stelle, 
o raganelle
malate di malinconia!
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CANZONETTE-LA MORTE

2 commenti:

Rose ha detto...

Molto movimentata, tanti attori, un velino di malinconia... carina!

Anche la signorina in fiore!

Rimettiamo gli orologi! Buona dome.

Francesca Vicedomini ha detto...

Lieta dell'arrivo della primavera che porta ottimismo...