Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 7 gennaio 2016

Notte di Georg Heym

Angel (from the Polyptych of the Resurrection), Titian, 1522
Fuori 
le gronde 
sgocciano.
E la bufera 
celata nelle nubi
alle prime luci 
di squallidi mattini
s’infila gemendo 
nei vicoli.

E tu come una pietra
gettata nel deserto
vorresti soltanto 
gridare.

Dormi.
Sei solo 
nella notte.
Nessuno veglia.
Dormi.
*
da POESIE DEL NOVECENTO IN ITALIA E IN EUROPA

2 commenti:

Juliet ha detto...

Una supplica a sé stessi, dormi, ti prego, dormi, il presente è solitudine e nel futuro si cela una bufera, dormi.
Un benritrovate a tutte

Rose ha detto...

La notte e la bufera costringono all'impotenza. Nessuna collaborazione, però dal proprio corpo, incapace di emettere suoni, né dagli altri, tutti addormentati, né dalla natura, questa notte furiosa.