Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 2 gennaio 2016

Una sera, la neve di Salvatore Quasimodo

A Carcass - Gustav Adolf-Mossa
Di te lontana dietro una porta
chiusa, odo ancora il pianto d'animale:
così negli alti paesi al vento della neve
ulula l'aria fra i chiusi dei pastori.

Breve gioco avverso alla memoria:
la neve è qui discesa e rode
i tetti, gonfia gli archi del vecchio Lazzaretto,
e l'Orsa precipita rossa fra le nebbie.

Dove l'anca colore dei miei fiumi,
la fronte della luna dentro l'estate
densa di vespe assassinate? Resta il lutto
della tua voce umiliata nel buio delle spalle
che lamenta la mia assenza.
***
da POESIE D'AMORE DEL NOVECENTO

2 commenti:

Rose ha detto...

Una ferita che ritorna alla mente, trascinata dal vento e dalla neve. Un lutto che si ripete.

Juliet ha detto...

Come si affretta la morte a cancellare le tracce del corpo, un'improvvisa caduta, il cappello scivolato via, il ricordo di una sera che non è stata raggiunta, la voce che ritorna, così come il rimpianto di non esserci stati, e la neve.