Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 18 marzo 2007

Brezza marina di Sthepane Mallarmè

Edmund Blair Leighton
La carne è triste, ahimé, e ho letto tutti i libri.
Fuggire! Laggiù fuggire! Io sento uccelli ebbri
d'essere tra l'ignota schiuma e i cieli!
Niente, né antichi giardini riflessi dagli occhi
o notti!
né il cerchio deserto della mia lampada
sul vuoto foglio difeso dal suo candore
né giovane donna che allatta il suo bambino.
Io partirò!
Vascello che dondoli l'alberatura
l'áncora sciogli per una natura straniera!
E crede una Noia, tradita da speranze crudeli
ancora nell'ultimo addio dei fazzoletti!
E gli alberi forse, richiamo dei temporali,
son quelli che un vento inclina sopra i naufragi
speduti, né antenne, né antenne, né verdi isolotti...
Ma ascolta, o mio cuore, il canto dei marinai!
(Trad. italiana di Luciana Frezza.)

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