Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 26 marzo 2007

Oh, Capitano, mio capitano di Walt Whitman

O CAPITANO! MIO CAPITANO!
O Capitano! Mio Capitano! il nostro duro viaggio è finito,

la nave ha scapolato ogni tempesta,
il premio che cercavamo ottenuto, il porto è vicino, sento le campane,
la gente esulta,
mentre gli occhi seguono la solida chiglia, il vascello severo e audace.
Ma, o cuore, cuore, cuore!
Gocce rosse di sangue dove sul ponte il mio Capitano giace caduto freddo morto.
O Capitano! Mio Capitano!
Alzati a sentire le campane;
alzati - per te la bandiera è gettata -
per te la tromba suona,
per te i fiori, i nastri,le ghirlande - per te le rive di folla per te urlano, in massa, oscillanti,
i volti accesi verso di te; ecco Capitano!
Padre caro!
Questo mio braccio sotto la nuca!
E' un sogno che sulla tolda sei caduto freddo, morto.
Il mio Capitano non risponde,
esangui e immobili le sue labbra,
non sente il mio braccio,
non ha battiti,
volontà,
la nave è all'ancora sana e salva,
il viaggio finito,
dal duro viaggio la nave vincitrice torna,
raggiunta la meta;
esultate rive,
suonate campane!
Ma io con passo funebre cammino sul ponte dove il Capitano giace freddo, morto.
(dipinto di Evelyn De Morgan/L'angelo della morte)

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