Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 31 luglio 2007

La morte del cardellino di Guido Gozzano

Flegel
La via del rifugio
La morte del cardellino
Chi pur ieri cantava, tutto spocchia,
e saltellava, caro a Tita, è morto.
Tita singhiozza forte in mezzo all'orto
e gli risponde il grillo e la ranocchia.
La nonna s'alza e lascia la conocchia
per consolare il nipotino smorto:
invano! Tita, che non sa conforto,
guarda la salma sulle sue ginocchia.
Poi, con le mani, nella zolla rossa
scava il sepolcro piccolo, tra un nimbo
d'asfodeli di menta e lupinella.
Ben io vorrei sentire sulla fossa
della mia pace il pianto di quel bimbo.
Piccolo morto, la tua morte è bella!

7 commenti:

Anonimo ha detto...

tristissima!

Anonimo ha detto...

molto triste e complicata da capire

Anonimo ha detto...

non è molto bella, a dirla tutta fa uin pò schifo e il commentoce l'avete?? devo fare un esercizio di antologia

Anonimo ha detto...

mi potete lasciare un commento...x la poesia..vi pregooooooooo...devo fare un'esarcizio di antologia...grazie a coloro k mi aiteranno

enrico ha detto...

é povero anonimo! Si vede proprio che le vere poesie non ti piacciono io l'ho studiata 45 anni fà eti dirò averla riletta oggi dopo tanti anni mi ha fatto tornare indietro negli anni è con essi le lacrime a gli occhi Sono tanto belle le poesie di Gozzano, di Pascoli, Carducci Leopardi,ma diciamo tutte le vecchie poesie che si studiavano una volta tipo Cavallina storna, i due fanciulli pianto antico ritornava una rondine al tetto. e via se hai un po di tempo cercale su internet è leggile poi mi fai sapere ciao enrico

mattia 96 ha detto...

il poeta descrive il mondo incantato della fanciullezza con ironia e delicatezza di tratto
protagonista della lirica è Tita, un ragazzino che vive l'esperienza per lui nuova della morte, sia pure della morte del suo cardellino. Consolato dalla nonna, in profonda comunione con la natura ancora benigna perché delimitata, protetta, Tita singhiozza nell'orto, mentre grilli e ranocchie gli fanno eco. questo coro alterno e vario del pianto del bambino e dei versi degli animali assume i colori delicati delle fiabe e i contorni indefiniti dei sogni: anche il rito della sepoltura appare trasfigurato, in armonia con l'ambiente che lo circonda
il poeta, sorridendo, osserva quel pianto sulla "tomba" del cardellino e definisce la sua morte "bella", perché l'innocenza stessa piange la sua morte e questo, per Gozzano, è consolatorio e fondamentale

Anonimo ha detto...

è brutta sta poesia sta stronza mi ha fatto prendere 4