a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla.
(Myricae)
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla.
(Myricae)
3 commenti:
e quando il tuono è rumore lontano?
quando è sordo, quasi non si sente?
quando lo si può ancora intuire.
Questo a volte diveniamo,
lontani risuoni, echi,
che ci riempiono l'anima.
A volte non siamo più nulla.
Gujil
davvero....
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