Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 25 maggio 2013

Diana di Vittorio Sereni

Wladislaw Czachorski
Torna il tuo cielo d'un tempo
sulle altane lombarde, 
in nuvole d'afa s'addensa 
e nei tuoi occhi esula ogni azzurro, 
si raccoglie e riposa.

Anche l'ora verrà della frescura 
col vento che si leva sulle darsene 
dei Navigli e il cielo 
che per le rive s'allontana.

Torni anche tu, Diana, 
tra i tavoli schierati all'aperto 
e la gente intenta alle bevande 
sotto la luna distante?

Ronza un'orchestra in sordina; 
all'aria che qui ne sobbalza 
ravviso il tuo ondulato passare, 
s'addolce nella sera il fiero nome 
se qualcuno lo mormora 
sulla tua traccia.

Presto vien giugno 
e l'arido fiore del sonno 
cresciuto ai più tristi sobborghi
e il canto che avevi, amica, sulla sera 
torna a dolere qui dentro, 
alita sulla memoria 
a rimproverarti la morte.

3 commenti:

Rose ha detto...

Che bel ricordo.

Sempre più freddo. sempre meno maggio.

Buona domenica.

Francesca Vicedomini ha detto...

e i femminicidi continuano..bruciata viva per aver detto no!

Rose ha detto...

Va cercata una mentalità diversa: è ora di far crescere i ragazzi nel rispetto del'altro. Donne, animali, esseri umani sono solo intrattenimenti, considerati utili solo se procurano piacere, denaro, potere. I più deboli sono prede e non possono fuggire: se lo fanno vengono annientati.
Chi ha ridotto una comunità di viventi a questa stregua sarà colpevole per l'eternità.
Costruiamo e speriamo in un mondo diverso.

Grazie per la luna di Giosuè, meno trombone del solito. Forse tra qualche giorno riusciremo a vederla. Qui solo nuvole, per ora.

Ricicciation!