Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 7 maggio 2013

L'acqua di Wisława Szymborska

Ettore Tito*Le ninfe*1911
Sulla mano mi è caduta una goccia di pioggia,
attinta dal Gange e dal Nilo,

dalla brina ascesa in cielo sui baffi d'una foca,
dalle brocche rotte nelle città di Ys e Tiro.

Sul mio dito indice
il mar Caspio è un mare aperto,

e il Pacifico affluisce docile nella Rudawa,
la stessa che svolazzava come nuvoletta su Parigi

nell'anno settecentosessantaquattro
il sette maggio alle tre del mattino.

Non bastano le bocche per pronunciare
tutti i tuoi fuggevoli nomi, acqua.

Dovrei darti un nome in tutte le lingue
pronunciando tutte le vocali insieme

e al tempo stesso tacere - per il lago
che non è riuscito ad avere un nome

e non esiste in terra - come in cielo
non esiste la stella che si rifletta in esso.

Qualcuno annegava, qualcuno ti invocava morendo.
E' accaduto tanto tempo fa, ed è accaduto ieri.

Spegnevi case in fiamme, trascinavi via case
come alberi, foreste come città.

Eri in battisteri e in vasche di cortigiane.
Nei baci, nei sudari.

A scavar pietre, a nutrire arcobaleni.
Nel sudore e nella rugiada di piramidi e lillà.

Quanto è leggero tutto questo in una goccia di pioggia.
Con che delicatezza il mondo mi tocca.

Qualunque cosa ogniqualvolta ovunque sia accaduta,
è scritta sull'acqua di babele.
************
(Sale)

*********

WODA
Kropla deszczu mi spadła na rękę,
utoczona z Gangesu i Nilu,

z wniebowziętego szronu na wąsikach foki,
z wody rozbitych dzbanów w miastach Ys i Tyr.

Na moim wskazującym palcu
Morze Kaspijskie jest morzem otwartym

a Pacyfik potulnie wpływa do Rudawy
tej samej, co fruwała chmurką nad Paryżem

w roku siedemset sześćdziesiątym czwartym
siódmego maja o trzeciej nad ranem.

Nie starczy ust do wymówienia
przelotnych imion twoich, wodo.

Musiałbym cię nazwać we wszystkich językach
wypowiadając naraz wszystkie samogłoski

i jednocześnie milczeć - dla jeziora,
które nie doczekało jakiejkolwiek nazwy

i nie ma go na ziemi - jako i na niebie
gwiazdy odbitej w nim.

Ktoś tonął, ktoś o ciebie wołał umierając.
Było to dawno i było to wczoraj.

Domy gasiłaś, domy porywałaś
jak drzewa, lasy jak miasta.

Byłaś w chrzcielnicach i wannach kurtyzan.
w pocałunkach, całunach.

Gryząc kamienie, karmiąc tęcze.
W pocie i rosie piramid, bzów.

Jakie to lekkie w kropli deszczu.
Jak delikatnie dotyka mnie świat.

Cokolwiek gdziekolwiek kiedykolwiek się działo
spisane jest na wodzie babel.
*************
(SÓL)

3 commenti:

Rose ha detto...

Lieve, luminosa Wislawa.

Piovuto da impazzire: sembrava che rovesciassero cisternone d'acqua.

E un ottimo e prospero mercoledì.

Francesca Vicedomini ha detto...

..che non è cominciato bene e non solo a Genova...speriamo in meglio!

Rose ha detto...

Curioso come "woda" , "acqua" in polacco, somigli a "water" e a "Wasser".

Brutta cosa davvero, l'incidente di Genova.