Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 1 maggio 2015

Poesia Carnale 4 di Jannis Ritsos

Sir William Russell Flint
Le poesie che ho vissuto tacendo sul tuo corpo
mi chiederanno la loro voce un giorno, quando andrai.
Ma io non avrò più voce per ridirle allora. Perché tu eri abi
   tuata
a camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul 
   letto,
gomitolo di piume, seta e fiamma selvaggia. Incrociavi le 
   mani
sui ginocchi, mettendo in mostra provocante
i piedi rosa impolverati. Devi ricordarmi così - dicevi;
ricordarmi così coi piedi sporchi; coi capelli
che mi coprono gli occhi - perché ti vedo più profonda
mente così. Dunque,
come potrò più avere voce. La Poesia non ha mai cammi
   nato così
sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun paradiso.
***
Ritsos è nato il 1° maggio del 1909

1 commento:

Rose ha detto...

Ma che bella poesia... mi ha commossa.

Buon primo sabato di maggio!