Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 14 febbraio 2009

Mai più di Jacques Prevert

In piena notte all'alba
mai più per sempre
io ti amerò
Ecco cosa egli le cantava
Il cuore di lei lo trattava freddamente
Vorrei che tu non amassi che me
Egli le diceva che era pazzo di lei
e che ella era troppo ragionevole di lui
Mai più per sempre
in pieno giorno e di prima notte
Ma certo
se ti dico che ti amo
ti amo da morire
ed anche un po' da viverne
E non voglio dire che non amo che te
che non amo partire
partire per ritornare
che non amo ridere
e che ai tuoi teneri lamenti io non preferisco il tuo sorriso
Non amare che me
ella dice
o allora questo non conta
Cerca di capire
Non m'importa niente di capire
Hai ragione non si tratta di capire
si tratta di sapere
Non voglio sapere nulla
Hai ragione
non si tratta di sapere
si tratta di vivere di essere di esistere
Tutto ciò non esiste
voglio che tu mi ami
e che non ami che me
ma voglio che le altre ti amino
e che tu ti rifiuti a loro
a causa mia
Terribilmente avida
È forse colpa mia ma son fatta così
Va bene egli dice e se ne va
Mai più all'alba
in piena notte per sempre
Non vale la pena ritornare
Lei ha gettato le valigie dalla finestra
e lui è per la strada
solo con le valigie
Ed eccomi ora tutto solo come un cane sotto la pioggia
poi constata che non piove
peccato
è meno riuscito
comunque non si può avere tutte le sere una tempesta di neve
e la scena non è sempre drammatica a piacimento
L'uomo lascia cadere le valigie
le camicie e il rasoio elettrico
le boccette
e con le mani in tasca
il bavero del soprabito rialzato
si addentra nella nebbia
Non c'è nebbia
ma l'uomo pensa
Abbandono le valigie mi addentro nella nebbia
Allora c'è la nebbia
e l'uomo è nella nebbia
e pensa al suo grande amore
e rivanga i violini del ricordo
ed accelera il passo perché fa freddo
e passa un ponte e ritorna sui suoi passi e passa un altro ponte
e non sa perché
Uomini e donne escono da un cinema dove dietro a un manifesto c'è un prelato
E la folla se ne va la luce si spegne il prete resta
Che diavolo potrà mai fottere di dietro a quel manifesto quel prete
Appena l'uomo lo guarda il prete scompare
ma di tanto in tanto la testa s'affaccia
come il piccolo cappuccino della piccola casetta dei barometri molto semplici
una testa piatta e livida come una luna malata
come albume stantio su un piatto molto sporco
E poi dopo tutto
che me ne frega
Quel cinema
è forse il locale notturno
di quel prete
Ma il prete lancia un piccolo grido
come una donnetta che viene scannata
come un barboncino che muore
Nelle nebbie di Londra
in piena Parigi di notte
l'uomo fugge
Mai più per sempre
inseguito dal suo grande amore.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sappiate custodire l'amore,
con gli anni custodirlo doppiamente.
L'amore non sono i sospiri sulla panchina,
non le passeggiate sotto la luna.
Ci sarà di tutto: piovaschi e spruzzi di neve.
Tutta una vita si deve trascorerre insieme.
L'amore somiglia a una bella canzone,
e una canzone non è facile comporla.

STEPAN SCIPACEV

Francesca Vicedomini ha detto...

Ben detto! E buon S.Valentino!