Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 21 marzo 2009

Un'attesa di Cesare Vivaldi

Sera di primavera/BlocklinQuesti giorni d'acerba primavera
irrompono nel sangue con sottile
maliziosa perfidia
Così il brivido
che muove per un attimo l'attonita
superficie marina e in un istante
ne fa un foglio gremito di scrittura
celeste che un colpo
di vento cancella e
un altro rinnova.

2 commenti:

allodola ha detto...

Perché la realtà della primavera, del desiderio che irrompe perfetto, è sottile perfidia? Basta guardarsi intorno e non chiudere gli occhi magari follemente contenti della privazione. Il testo è comunque molto bello, vitale come il dipinto che l'accompagna

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie Allodola, e che bel nome che hai!