Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 18 dicembre 2013

Natale di Alfonso Gatto

Carl Larsson*1904
La famiglia nella grande cucina fa il pane: in tutta la
notte si rannicchia la fiamma, ai volti di rame infoca
un lucido broncio.
In una gran cassa sbatte la pasta, carne fresca alle
mani dello sguattero buffo.
Nella dispensa, sacchi di morti pesano in una luce
d’olio.
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POESIE 1929-1941

3 commenti:

Rose ha detto...

I sacchi di morti sono i vari capponi, tacchini e altri animali sacrificati al banchetto di Natale. Chiamarli come li chiama Gatto è brutale, ma è cruda realtà. :S

Ma quel gattino sotto il tavolo non è casuale, vero, Francesca?

Buon giovedì... soba arriva e il sole se ne è andato da ore!

Rose ha detto...

E c'è anche una menorah... Yom Kippur?

Francesca Vicedomini ha detto...

Sì il gattino, ci fa sperare che almeno lui sia stato nutrito...
E' una cerimonia del Nord Europa Carl Larsson era svedese...
buona serata..