Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

sabato 30 novembre 2013

Autunno di Thomas Hood

Fritz Thaulow
I
Il cielo di autunno dorato si arrossa,
Leggiadri e lucenti scorrono i fiumi;
A spegnere il sole son solo rivoli
Di freddo inverno e nebbie dipinte.
II
Tra rami segreti non cantano uccelli,
Tra rami segreti non uno si cela;
Son solo le foglie che spiccano il volo
E venti d'inverno che urlano forte.
III
Non l'ombra degli alberi ma nuvola tetra
Su tristi vallate si china;
I fiori son dentro le tombe erbose
E tutti li copre di rugiada il pianto.
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AUTUMN
I
The Autumn skies are flush'd with gold,
And fair and bright the rivers run;
These are but streams of winter cold,
And painted mists that quench the sun.
II
In secret boughs no sweet birds sing,
In secret boughs no bird can shroud;
These are but leaves that take to wing,
And wintry winds that pipe so loud.
III
'Tis not trees shade, but cloudy glooms
That on the cheerless vallies fall,
The flowers are in their grassy tombs,
And tears of dew are on them all.

venerdì 29 novembre 2013

Il novembre di Karl Mickel

Oskar Zwintscher
L'impronta delle tue natiche laghi tra i boschi
i piedi è ancora scuro allungo fuori dal letto.
Chi nomina le stagioni? Sono io
intorno a noi giaceva il fogliame come sul mio
tavolo le poesie. O pioggia novembre maggio
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DER NOVEMBER
Der Abdruck deiner Hinterbacken Waldseen
Die Füße schwarz früh streck ich aus'm Bett
Wer ernennt die Jahreszeiten? ich bin's
Um uns Laub lag wie auf meinem Tisch die
Gedichte. O Regen November  Mai.

giovedì 28 novembre 2013

Poesia e L'illuminata rugiada di Giuseppe Ungaretti

Thanksgiving*1912
Sagrado il 28 novembre 1916

I giorni e le notti
suonano
in questi miei nervi
di arpa

vivo di questa gioia
malata di universo
e soffro
di non saperla
accendere nelle mie parole
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La terra tremola
di piacere
sotto un sole
di violenze gentili
(POESIE DISPERSE)

mercoledì 27 novembre 2013

Bisbigli di singhiozzi di Giuseppe Ungaretti

Charles Hawthorne
Sagrado il 27 novembre 1916

Mi tornano
transitando
per i canneti titubanti
lungo la strada
scorticata
sul dorso della solitudine
le parole
delle anime perse

e finiscono di smorzarsi
in quelle ondate
di masso
alleggerito dal buio
che accovacciato
all'orlo del cielo
viscido
come una maiolica
incide
una bocca affilata
di baratro.
*****
Poesie disperse

martedì 26 novembre 2013

Sequenza per un'ombra di Diego Valeri

Eugene Frank*Hortensia*1910
Lontananza di pallide pianure,
di nudi alberi neri,
di fiumi bianchi dentro rive oscure.
Ti seguo, desolata lontananza,
per questa via senza tempo, che mena
di là dalla speranza.
La casa verde era chiusa nell’ombra,
tra i fiumi erranti del bianco mattino.
Tu stavi ritta presso la casa,
sola nel sole, al confine dell’ombra:
ferma in quel moto di spazi confusi,
piccola forma opaca, che rompe
il sole, che fa la sua macchia d’ombra.
Sola eri e ferma, senza sorriso,
ferma nel sole, sola con l’ombra
della tua vita, della tua morte.
Tu porti nelle braccia il mio dolore
come una creatura:
dolce lo chiudi sopra il dolce petto
il tuo caro dolore.
Dove vai? Dove sei? Già ti allontani
da memorie e speranze, dai segreti
nostri pensieri, dal dolce dolore,
che fu nostro, di vivere. Ti perdi
nell’ombra dei tuoi occhi: sconfinata
ombra sul mondo. Sei già d’altri, o solo
tua. Non ti vedo più. Sento, non vedo,
il sole di settembre sul mio volto.
Allora tutte le cose furono quell’unica morte,
e il cielo una bocca d’abisso che fiata la morte.
In vetta alle alte case toccate d’ultimo sole
splendevano morti i ricordi della perduta vita:
lembi di un oro nero di sogni, parole
di sangue sospese nell’aria come fiamme morte.
Vivi eran solo i tuoi occhi, versando calmi
una luce estrema d’amore sul mondo morto.
Tutto perduto. Il mondo
era il nostro segreto?
Sopra il dedalo oscuro delle sorti,
e i fuochi dell’amore, e gli orizzonti
della speranza, sopra i chiari fonti
battesimali e i tumuli dei morti
c’è nell’alto Qualcuno, viso d’angelo,
pupilla inesorabilmente aperta
che veglia in solitudine deserta,
riguarda, e silenziosamente piange.
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Terzo tempo*1950

lunedì 25 novembre 2013

Li ventiscinque novemmre di G.G. Belli

Emile Vernon
Oggiaotto ch'è Ssanta Catarina
se cacceno le store¹ pe le scale,
se² leva ar letto la cuperta fina,
e ss'accenne er focone in de le sale.

Er tempo che ffarà cquela matina
pe Nnatale ha da fàllo tal'e cquale³.
Er busciardello⁴ cosa mette? bbrina?
La bbrina vederai puro a Nnatale.

E ccominceno ggià li piferari⁵
a ccalà damontagna a le maremme
co cquelli farajòli⁶ tanti cari!

Che bbelle canzoncine!⁷ oggni pastore
le cantò spiccicate⁸ a Bbettalemme
ner giorno der presepio der Zignore.


l. Si cavano le stuoie. Alle porte d'ingresso delle case di persone nobili o agiate si pone una stuoia, o bussola imbottita. - 2. Si. - 3. Opinione volgare costantissima, che si ride dell'esperienza. Vari altri simili giorni di osservazione sono nel corso dell'anno. - 4. Il bugiardello, il lunario. - 5. Abruzzesi, suonatori di pive e cornamuse o cennamelle, che il popolo chiama ciaramelle. - 6. Mantelletti rattoppati che raramente giungono loro al ginocchio. - 7. Niuno può vantarsi di aver mai inteso ciò che essi cantano. - 8. Tali e quali.

domenica 24 novembre 2013

Val Salice di Giulio Gianelli

Alfons Mucha*Novembre*1899
Autunno, sì gentil melanconia
ricevo dai tuoi ultimi tesori,
che questa valle che tu baci e indori
luogo d'eternità parmi che sia;

dove, a chi giunge dopo lunga via,
odo cantar da un angelo tra i fiori:
"Ecco alfine la patria, esuli cuori,
cessate il pianto della nostalgia."

Vedo, qua e là, delinearsi forme
dal non vivere fatte più leggiadre,
che senza suono avanzano e senz'orme,

ciascuna avvolta nel suo proprio nimbo
di moriente sol...Io, come un bimbo,
con immenso desìo cerco mia madre.
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INTIMI VANGELI