Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 14 gennaio 2016

Una voce di Amalia Guglieminetti

Adagio (c.1929). Georges Antoine van Zevenberghen
Una voce nell'ombra ha qualche volta 
la morbidezza calda d'una cosa 
tangibile. Non s'ode, non s'ascolta, 

ma sul cuor che l'accoglie quasi posa 
le sue parole ad una ad una, come, 
quando langue, le sue foglie una rosa. 

Se invoca piano, in ansia, un caro nome 
par che vi tremi il mal represso ardore 
d'un bacio non osato fra le chiome. 

E di soverchia intensità essa muore 
soffocata ed il pianto che l'assale 
sembra il principio dolce dell'amore, 

ed è l'inizio acerbo del suo male.
*
da Le Seduzioni-Le Vergini Folli

2 commenti:

Rose ha detto...

Una grande sensibilità e una grande immaginazione ricostruiscono un mondo di affetti e di desideri dal vibrare di una voce.
Forse è la signora dalle bianche spalle che intona un canto?

Juliet ha detto...

Sì, e canterà parole per cacciar fuori dal suo cuore, quel non osato bacio fra le chiome..
Ma che non ci scaldi di felicità, intona Amalia, l'emozione che ne suscita non è che la sua drammatica illusione.