Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 31 agosto 2007

Il serpente che danza di Charles Baudelaire

Hodler
Spleen e ideale
IL SERPENTE CHE DANZA
Quanto mi piace, cara indolente, veder scintillare la

pelle del tuo splendido corpo come se fosse una
stoffa ondeggiante.
Sulla tua chioma profonda, dagli acri profumi, mare

odoroso e vagabondo, di flutti azzurri e bruni,
come un vascello che si sveglia al vento del mattino,

la mia anima sognante s'appresta a un cielo lontano.
I tuoi occhi, che nulla rivelano di dolce o d'amaro,

sono due gioielli in cui l'oro si unisce al ferro.
A vederti procedere ritmicamente, bella

d'abbandono, ti si direbbe un serpente che danza in
cima a un bastone.
Sotto il fardello della pigrizia il tuo capo di fanciulla si

dondola con la mollezza d'un giovane elefante.
E il tuo corpo si piega e s'allunga come una bella

nave che bordeggia e tuffa nell'acqua le sue
antenne.
Quale flutto ingrossato dallo sciogliersi di ghiacciai

grondanti, quando l'acqua della tua bocca risale ai
tuoi denti,
mi pare di bere un vino di Boemia amaro e vittorioso,

un cielo liquido che semina di stelle il mio cuore!

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