Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 4 ottobre 2007

Gettiamo amore mio le vesti di Paolo Silenziario

David « Gettiamo, amore mio, le vesti ed accostiamoci:
il mio corpo nudo ed il tuo corpo nudo intrecciati
e niente sta in mezzo;
la tua veste leggera mi sembra come le mura di Semiramide.
Avviciniamo l'uno all'altro le labbra e il petto
sul resto silenzio: non mi piace il parlare indecente. »
(Paolo Silenziario, Anth. pal V, 252)

« Preferisco le tue rughe, Filinna
al fiore di tutta la giovinezza:
amo tenere fra le mie mani i tuoi seni
tremolanti in punta,
piuttosto che i seni tutti ritti di una ragazzina.
Il tuo crepuscolo vale più della sua primavera
il tuo inverno più caldo dell'estate di altre. »
e nella traduzione di Quasimodo:
"Amo di più le tue rughe, Filinna
che lo splendore della giovinezza.
Mi piace di sentire nella mano il tuo seno
che piega giù pesante le sue punte
più del seno diritto d'una ragazza.
Il tuo autunno è migliore della sua primavera
ed il tuo inverno è più caldo della sua estate.

1 commento:

Anonimo ha detto...

good start