Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 2 novembre 2007

Funere mersit acerbo di Giosuè Carducci

 Schwabe
O tu che dormi là su la fiorita
Collina tosca, e ti sta il padre a canto;
Non hai tra l'erbe del sepolcro udita
Pur ora una gentil voce di pianto?
È il fanciulletto mio, che a la romita

Tua porta batte: ei che nel grande e santo
Nome te rinnovava, anch'ei la vita
Fugge, o fratel, che a te fu amara tanto.
Ahi no! Giocava per le pinte aiole,

E arriso pur di vision leggiadre
L'ombra l'avvolse, ed a le fredde e sole
Vostre rive lo spinse. Oh, giù ne l'adre

Sedi accoglilo tu, ché al dolce sole
Ei volge il capo ed a chiamar la madre.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

fa schifo

Francesca Vicedomini ha detto...

Sintetico ed esauriente.