Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 7 ottobre 2010

Agli dei della mattinata di Franco Fortini

Leo Van Paemel/Meisje legge
Il vento scuote allori e pini. Ai vetri, giù acqua.
Tra fiumi e luci la costa la vedi a tratti, poi nulla.
La mattinata si affina nella stanza tranquilla.
Un filo di musica rock, le matite, le carte.
Sono felice della pioggia. O dei inesistenti,
proteggete l'idillio, vi prego. E che altro potete,
o dei d'autunno indulgenti dormenti,
meste di frasche le tempie? Come maestosi quei vostri
luminosi cumuli! Quante ansiose formiche nell'ombra!

3 commenti:

Rose ha detto...

Formica soddisfatta a rapporto!
Mi piace l'invocazione agli "dei inesistenti": sembrerebbe vana, ma rende l'idea delle divinità senza più potere.
La ragazza che legge - che sottofondo musicale ci mettiamo? Un Autunno di Vivaldi o un Giovane Apollo di Britten? - completa l'opera con un momento di intimità.

Luminoso giovedì, qui. Auguro buona giornata.

Marshall ha detto...

Se fossi la ragazza che legge metterei in sottofondo i Pink floyd...

Francesca Vicedomini ha detto...

Io ci metterei Mark Knopfler e la sua Sultan of swing...così dettata dal momento...buon fine settimana ragazze!